TONELLO AMBASSADOR

PUBLICATION
Chiara Del Vecchio (Milano, 1985). Artista da oltre 10 anni, vive e lavora tra Milano e New York, dove ha fondato una sua galleria. Artista poliedrica, le sue opere variano notevolmente nel motivo, ma le accomuna la continua ricerca ed esplorazione sulla standardizzazione dell'essere umano. L'aerografo è il suo strumento artistico, il tratto sfuocato è la chiave per suscitare emozioni in una società dei consumi sottomessa dall'apatia dei dettagli.

Dove e quando nasce la tua passione per l’arte?
Sono nata con la matita in mano” diceva mio nonno. Figlia e nipote di bancari, il mio percorso è stato inusuale, infatti in famiglia tutti speravano in un lavoro stabile, ma fin da bambina avevo le idee chiare: volevo essere un'artista e lo sarei diventata. Dipingo da quando ne ho memoria, ricordo che il mio negozio preferito da piccola era proprio il colorificio sotto casa dove mi perdevo per ore tra i colori e le tele, poi tornavo a casa e ogni occasione era una scusa buona per dipingere. 
La piccola gallerista che c'era in me, riusciva già da piccolissima a far appendere i suoi quadri anche tra i banchi di scuola.

C'è una persona o un’artista che è stato determinante nella tua carriera?
Non c'è una corrente artistica che mi ha appassionata più di un'altra, nasco da autodidatta, sono curiosa, mi perdo nelle opere, sono in costante ricerca di ispirazione. Ho avuto varie fasi: sono partita dalla grafite, olio, ho variato molto, poi il mio gusto e la mia necessità di esprimermi hanno incontrato quello che oggi è il mio strumento d'arte, l'aerografo. Da lontano le mie opere sembrano quasi delle fotografie, da vicino si comprendono e si vede quella che è la mia arte. L'aerografo rende il tratto sfuocato e obbliga lo spettatore a una reazione che mi piace definire “attiva”. L'osservatore riconosce il soggetto dell'opera, ma mancano i dettagli, questo fa sì che si attivi il gioco della memoria. Dove non arriva la visione arriva l'immaginazione, l'osservatore crea un viaggio della sua memoria in ogni mia opera. In tutta la mia carriera, non ho mai avuto bisogno di esprimere dolore e frustrazione nelle mie opere, ho sempre cercato una forma d'arte in cui sentirmi pienamente appagata. In età adolescenziale un evento mi ha segnato, la perdita di una persona a me molto vicina, l'arte mi ha salvata perché sono riuscita a trovare pace nei miei lavori. Le mie collezioni non sono arrabbiate, esprimono sogni, memorie e allo stesso tempo sono delle letture critiche sulla società in cui vivo.

In questi anni i tuoi quadri hanno girato il mondo e sono stati acquistati da molte star internazionali: c'è stato un incontro o un quadro che ti hanno commissionato che ti ha emozionato più di altri?
Ho avuto la fortuna di incontrare molte personalità importanti, forse l'occasione più prestigiosa fu quella in cui mi fu commissionata un'opera per Papa Benedetto XVI. Fu un grande onore per me, gliela consegnai di persona durante una cerimonia ufficiale ed è tutt'oggi in vaticano. Completamente alle antitesi, Steve Tyler, il famosissimo cantante degli Aerosmith, ha acquistato una mia opera a Los Angeles e fu davvero una grandissima emozione, anche perché sono sempre stata una sua fan. Durante la mia carriera, soprattutto i primi tempi, ho sempre tenuto a mente la frase di una sua canzone che dice: “If you don't have a dream, there is no way to make one come true...” Beh.. che dire...io ho sempre avuto il sogno di fare questo lavoro e ho lavorato duramente per ottenerlo. Il terzo incontro fu Antonio Banderas, acquistò una mia opera, con grande invidia delle mie amiche (ride). Proprio in questo momento sto lavorando a un progetto molto importante in ricordo di un giocatore di basket tragicamente mancato.

Sei un’artista con uno spiccato senso della moda, come consiglieresti di indossare la giacca T-EARTH by Claudio Tonello?
Il blazer T-EARTH è davvero versatile, è perfetto per completare molti outfit, dal più casual come jeans boyfriend, tshirt bianca e sneakers, oppure super glamour con tubino nero e una decollété nude. Tra l’altro il colore lo rende davvero facile da abbinare ad outfit chiari e scuri.

T-EARTH è un blazer sostenibile, per Tonello la sostenibilità è un valore importante. Come interpreti la tua vita all’insegna del “green” style?
Come artista cerco di recuperare e riciclare il più possibile ogni materiale che utilizzo per la produzione delle mie opere… mi capita di ridipingere tele già utilizzate in precedenza, conservo i pennelli secchi per creare delle texture creative, riutilizzo i barattoli di colori come contenitori e utilizzo materie prime meno inquinanti. Come donna cerco di fare scelte, anche nel quotidiano, che rispettino l’ambiente, consumando in modo consapevole. Nella moda questo si traduce nella scelta di capi di qualità, ergo più durevoli e materiali naturali, o meglio riciclati come il blazer T-Earth.
April 22, 2021